DigitalBarometer 2025: tra equilibrio digitale e preoccupazioni per la coesione sociale
La digitalizzazione sta avendo un profondo impatto sulla nostra vita quotidiana e funge da catalizzatore per l'innovazione, la rete e il cambiamento sociale. Tuttavia, il sesto DigitalBarometer, incentrato sul tema "Salute mentale e mondo digitale", mostra anche che la popolazione svizzera vede rischi per la salute mentale, la coesione sociale e la sovranità digitale.

Il 21 maggio 2025 è stato pubblicato il sesto DigitalBarometer. Anche quest'anno lo studio è stato avviato e realizzato dalla Fondazione Dialogo con il Rischio e sostenuto dalla Cooperativa Mobiliare. Si tratta di uno studio rappresentativo della Svizzera con analisi differenziate dei vari settori della digitalizzazione. L'indagine annuale evidenzia i cambiamenti nel dibattito e nelle dinamiche sociali. L'edizione di quest'anno vede un forte desiderio di equilibrio digitale, ma riconosce anche una crescente preoccupazione per la coesione sociale.
Svizzera digitale: top nelle infrastrutture, flop nell'inclusione digitale
La popolazione vede i maggiori punti di forza della Svizzera nel contesto della digitalizzazione nell'infrastruttura digitale (54%), nel panorama della ricerca (49%) e nella forza innovativa dell'economia (43%). Allo stesso tempo, i risultati mostrano chiaramente dove la popolazione svizzera vede i maggiori deficit nello sviluppo digitale: La gestione delle persone che non sono in grado di tenere il passo con la digitalizzazione è la principale debolezza percepita, con 58% di menzioni. Questo dato non è cambiato rispetto alla prima misurazione del DigitalBarometer 2019. Anche la mancanza di impegno politico nella digitalizzazione (45%) e la mancanza di indipendenza digitale della Svizzera (43%) sono considerate in modo critico.
Salute mentale: la Svizzera lotta per l'equilibrio digitale
La maggioranza della popolazione svizzera valuta positivamente le applicazioni digitali per il proprio benessere, in particolare le app organizzative e di apprendimento (67%), le app per la salute (64%) e le app di messaggistica (62%). Anche i giochi sono ampiamente accettati: un terzo della popolazione svizzera gioca ogni giorno, indipendentemente dal sesso, dall'età e dall'istruzione. Quasi la metà (49%) percepisce anche l'influenza dei giochi sul proprio benessere come esplicitamente positiva. Gli intervistati sono più critici nei confronti di piattaforme sociali come Instagram e TikTok: 39% le considerano un peso per il loro benessere, mentre solo 31% le considerano benefiche. Tra la popolazione c'è anche un forte desiderio di equilibrio digitale: otto persone su dieci sono favorevoli a misure corrispondenti nel contesto scolastico (81%) o alla creazione di spazi offline mirati (78%).
Forte percezione del rischio con contemporaneo potenziale di impegno locale
Due terzi della popolazione svizzera (66%) ritiene che la coesione sociale sia compromessa nel contesto della trasformazione digitale. In particolare, la manipolazione e la disinformazione sono percepite come un rischio importante da 78TP3T. Circa la metà è anche preoccupata per la mancanza di interazione sociale e il calo della solidarietà (51%), nonché per la crescente polarizzazione e divisione (45%). Un'amministrazione più moderna e trasparente (76%) e un nuovo accesso all'istruzione (65%) sono considerati le principali opportunità per rafforzare la coesione. 51% degli intervistati attribuiscono inoltre particolare importanza all'impegno locale nel contesto della digitalizzazione. "Sono particolarmente soddisfatta di questo risultato", afferma Daniela Ramp, project manager di Risk Dialogue. "Dimostra che la popolazione vede il potenziale della digitalizzazione per un impegno sociale flessibile e a bassa soglia come un'opportunità per rafforzare la coesione sociale".
Dove i robot sono benvenuti e dove no
La popolazione svizzera presenta evidenti lacune di conoscenza nel campo dell'intelligenza artificiale: 52% dichiarano di saperne poco o nulla. L'accettazione dei robot dipende molto dal loro campo di applicazione: mentre i robot chirurgici in chirurgia con 59% o i robot di guida nei trasporti pubblici con 46% godono di un livello di accettazione piuttosto elevato, i robot di pattugliamento negli spazi pubblici con 30% o i robot come membri di una squadra con 26% sono meno accettati, ad esempio. Anna-Lena Köng, project manager di Risk Dialogue, spiega così: "Queste differenze indicano che le persone si fidano dei robot per i compiti tecnici, ma reagiscono con esitazione nelle interazioni sociali e nelle aree critiche per la sicurezza".
Conclusione: la digitalizzazione richiede un dialogo di valori e lungimiranza
Le responsabili del progetto Daniela Ramp e Anna-Lena Köng traggono le seguenti conclusioni dal DigitalBarometer di quest'anno: "In futuro, come società dovremo occuparci più da vicino di soppesare le opportunità e i rischi sociali, economici ed ecologici della trasformazione digitale. Valori fondamentali come la libertà, la sicurezza, l'uguaglianza e la sostenibilità devono essere discussi e armonizzati e dobbiamo imparare a gestire le incertezze". I risultati del DigitalBarometer 2025 dimostrano chiaramente che è necessario un dialogo aperto e inclusivo su valori quali la libertà, la sicurezza, la sostenibilità e l'uguaglianza, al fine di plasmare la trasformazione digitale in modo responsabile.
Fonte: Fondazione Dialogo sul rischio